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Facebook vs Snapchat

Snapchat, attualmente, è il social network che maggiormente sta attirando l’interesse di utenti e media: l’app, nata 4 anni fa negli USA, vale oggi circa 16 miliardi per gli investitori e sta valutando la quotazione in Borsa entro l’anno in corso.

Ma come funziona Snapchat?

Nasce come servizio di messaggistica istantanea caratterizzato dalla volatilità dei messaggi scambiati tra gli utenti. Questo è stato il fattore che ha determinato il suo successo iniziale, tanto che nel 2014 Facebook ha tentato di acquistarlo senza successo.

Il modello relazionale è asimmetrico, come Twitter e Instagram: segui gli Snapchatters e vedi le loro storie. Ci addentreremo più nei dettagli tecnici del suo funzionamento in un futuro approfondimento. In linea generale Snapchat è per chiunque abbia una storia da raccontare. O per chiunque voglia fare della sua quotidianità una storia raccontabile. Ed è per tutti: per me privato che pubblico la mia varietà di cose semiserie su ciò che sto facendo, per Paris Hilton che ostenta il lusso dei luoghi che visita e la bruttezza dei suoi cagnolini, per i brand che mostrano il dietro le quinte della vita d’ufficio senza la necessità di rispettare canoni, in maniera diretta, vivace, divertente e non impegnativa.

Come dire, se pensavate che Facebook era “only for fun” non vi immaginate proprio di cosa è capace Snapchat.

I numeri

Gli analisti si aspettano che Snapchat quest’anno raggiungerà un fatturato tra i 300 e i 350 milioni e fate conto, per capire meglio la sua ascesa velocissima, che l’anno scorso il fatturato era di “solo” 50 milioni. Gli utenti attivi sono circa 200 milioni stando ai dati del 2015 (in Italia sono circa 500mila, in fortissima crescita). Insomma numeri che ricalcano esattamente la strada percorsa da Facebook nei suoi primi anni di vita.

Snapchat ha trovato il proprio mercato continuativo soprattutto con la vendita di pubblicità, dato che i tempi del Social Advertising sono ormai maturi, a differenza di quanto avveniva nei primi anni di Facebook. Ci sono eventi che si possono seguire dal vivo (che riscuotono molto interesse tra le agenzie pubblicitarie specie negli Usa), c’è la cosiddetta “Discover section” dove vengono ospitate le pubblicità, e ancora, c’è un sistema di vendite di foto sponsorizzate, particolarmente popolari durante le campagne elettorali (a favore della tesi che negli USA l’età media degli utenti si sta alzando).

Facebook vs Snapchat. Snapchat, attualmente, è il social network che maggiormente sta attirando l’interesse di utenti e media: l'app, nata 4 anni fa negli USA, vale oggi circa 16 miliardi per gli investitori e sta valutando la quotazione in Borsa entro l’anno in corso.

Provando a mettere a confronto i numeri di Snapchat con quelli di Facebook e Twitter emergono dati interessanti (a cura di @BusinessInsider): trova le analogie!

Snapchat

  • Tempo impiegato a fatturare circa 300 milioni (dollari): 4 anni
  • Anno di fondazione: 2012
  • Fatturato 2016: 300-350 milioni
  • Valutazione della società: 16 miliardi di dollari, 49 volte il valore del fatturato previsto

Facebook

  • Tempo impiegato a fatturare circa 300 milioni: 4 anni
  • Anno di fondazione: 2004
  • Fatturato 2007: 153 milioni
  • Fatturato 2008 (4 anni dopo la fondazione): 272 milioni
  • Valutazione della società nel 2008: 15 miliardi, 55 volte il valore del fatturato

Twitter

  • Tempo impiegato a fatturare circa 300 milioni: 6 anni
  • Anno di fondazione: 2006
  • Fatturato 2010 (a 4 anni dalla fondazione): 28.3 milioni
  • Fatturato 2011 (5 anni dalla fondazione): 106.3 milioni
  • Fatturato 2012: (6 anni dalla fondazione): 316.9 milioni
  • Valutazione nel 2012 (6 anni alla fondazione): 8.5 miliardi, 27  volte il valore del fatturato

Ecommerce: le vendite private

Il pioniere del business delle vendite private è Vente-privee, sito francese dal nome autoesplicativo ideato nel 2001 da Antoine Granjon. È stato lui a ideare quella che è la particolarità delle vendite private: l’utente ha un periodo di tempo assai limitato per acquistare. Tra i leader del mercato delle vendite private citiamo anche il colosso spagnolo Privalia, nato nel 2006.

La temporaneità della vendite private aumenta la sensazione di occasione unica e irripetibile dell’acquirente, che si sente spinto ad acquistare velocemente. Nate per massimizzare i profitti dell’aziende, andando incontro alle esigenze di una clientela esigente, in cerca di prodotti di qualità a prezzo esclusivo, in pochi anni le vendite private si sono affermate come strategia vincente di vendita e sono ormai moltissimi i siti che si occupano in modo specifico di questo genere di commercio online.

Ecommerce: le vendite private. Il pioniere del business delle vendite private è Vente-privee, sito francese dal nome autoesplicativo ideato nel 2001 da Antoine Granjon. È stato lui a ideare quella che è la particolarità delle vendite private: l’utente ha un periodo di tempo assai limitato per acquistare. Tra i leader del mercato delle vendite private citiamo anche il colosso spagnolo Privalia, nato nel 2006.

 

Cosa può imparare il tuo eCommerce dai siti di vendite private?

  1. Deal a scadenza. L’obiettivo è creare una sensazione di urgenza, con il miraggio di uno sconto a cui molti potenziali clienti non possono resistere.
  2. Premi singoli e programmi di fidelizzazione. Non solo questo che ti permette di scoprire i clienti più fedeli per poter vendere a loro direttamente (vedi esempio sotto) ma lavori anche sul sentimento di “trust” che il tuo negozio online deve trasmettere grazie a un trattamento esclusivo e personale.
  3. Esperienze di acquisto e post acquisto impeccabili. Devi rendere più facile per i clienti  fare acquisti online di quanto lo sia fisicamente in negozio. Possono vedere gli altri colori, i materiali, le dimensioni? La tua navigazione è intuitiva ed il carrello della spesa facile da usare? Ti fai sentire dopo che l’utente ha acquistato a caccia di influencer e buone recensioni?

Un esempio

Lacoste, noto negozio di abbigliamento, ha deciso di ricompensare i suoi clienti per fidelizzarli. Il sito ha organizzato una vendita privata su alcuni prodotti del catalogo a prezzi ridotti.

La vendita è stata annunciata tramite la newsletter ai migliori clienti. I 4 giorni di vendita privata avevano l’obiettivo di riattivare la base clienti incoraggiandoli ad approfittare di questa eccezionale offerta.

Risultato:

  • Il fatturato generato dalla newsletter è stato 20 volte superiore a quello ottenuto dalle precedenti
  • In 4 giorni le visite sono aumentate del 180%

Custom Audience: già usato?

Hai presente quando per esempio cerchi un libro su Amazon e il giorno dopo trovi il post che lo promuove nella tua bacheca di Facebook? E ti domandi: ma come avranno fatto a sapere che lo volevi comprare?

Ecco, è il retargeting (o remarketing), quella forma di advertising che ti permette di promuovere un post, un contenuto verso un pubblico (Custom Audience) che ha già visitato il tuo sito o, ancor meglio, è interessato ad un determinato prodotto.

Tutto è questo è possibile tramite i famigerati cookies che tracciano gli utenti che visitano un sito in un determinato lasso di tempo. Infatti i visitatori del tuo sito web non sono uguali: alcuni visitatori hanno un intento d’acquisto più forte e riconoscerli diventa dunque fondamentale.

Novità degli ultimi tempi è che Facebook ha introdotto nuove regole, le “Website Custom Audience rules”. Questa estensione (WCA) permette di costruire il pubblico retargeting sulla base di diverse azioni che l’utente attua sulla pagina di atterraggio dell’inserzione su cui ha cliccato, come per esempio il tempo trascorso sul sito web, il tipo di dispositivo utilizzato oppure se ha cliccato una o più volte su un evento specifico.

Custom Audience: già usato?. Ecco, è il retargeting (o remarketing), quella forma di advertising che ti permette di promuovere un post, un contenuto verso un pubblico (Custom Audience) che ha già visitato il tuo sito o, ancor meglio, è interessato ad un determinato prodotto.

Custom Audience, alcuni esempi

Una società di distribuzione di cibo potrebbe “ri-targetizzare” molto clienti “caldi” con un coupon. Il targeting di questo gruppo di clienti potrebbe essere per esempio “tutti i visitatori del sito nel corso degli ultmi 7 giorni.” o “tutti i visitatori che hanno speso una media di 15€ per ordine”.

Un rivenditore online potrebbe escludere i visitatori che hanno speso meno di 10 secondi sul loro sito web pur provenendo da campagne adv, verosimilmente avranno un basso intento di acquisto. Essi potrebbero anche creare altri due nuovi segmenti di pubblico: 1) Un pubblico di visitatori che ha speso fino a 1 minuto sul sito e combinarlo con una campagna ad offerta cpc bassa. 2) Un pubblico di visitatori che ha trascorso più di 1 minuto e combinarlo con una campagna ad offerta cpc alta.

Un eCommerce di elettronica potrebbe ri-targetizzare i clienti che hanno speso più di 500 € durante gli ultimi 30 giorni. Così come un sito di prenotazione hotel potrebbe ri-targetizzare i visitatori che hanno cercato notti in hotel con data di check-in entro i prossimi 3 giorni ma che ancora non hanno prenotato. E così via…

Ora serve solo capire qual è il tuo pubblico personalizzato ideale e… partire!

Telegram per uso aziendale

Cos’è Telegram?

Ad una prima occhiata, Telegram sembra una copia mal riuscita di WhatsApp. Stesso stile, stesso design e (più o meno) stesse funzioni. L’utente è identificato tramite il proprio numero di telefono e la rubrica del telefono viene sincronizzata e confrontata automaticamente con quella presente nei server dell’applicazione. In questo modo tutti i contatti già presenti negli “elenchi” Telegram verranno aggiunti alla lista degli amici ai quali inviare messaggi gratis. Anche l’invio di testo – o di immagini e video – è perfettamente similare a WhatsApp: la ricezione del messaggio è confermato da un segno di spunta, la visualizzazione da un doppio segno di spunta. Come in WhatsApp, possono essere creati dei gruppi ecc.

Tutto uguale, quindi? Non proprio.

Nata a Berlino da genitori russi Telegram basa il proprio funzionamento su un protocollo di comunicazione open source sviluppato appositamente per ridurre al minimo la quantità di byte inviati per ogni messaggio. Ciò conferisce a Telegram un primo vantaggio rispetto agli altri competitor: anche in condizioni di scarsa ricezione, l’applicazione dei fratelli Durov permette di inviare messaggi gratis in minor tempo e riceverli più velocemente.

A differenza di WhatsApp, inoltre, Telegram è un’applicazione multipiattaforma. Ciò vuol dire che può essere utilizzato sia con lo smartphone – Android e iOS – sia con il computer. L’applicazione dei fratelli Durov, infatti, basa il proprio funzionamento su un’infrastruttura cloud che permette di sincronizzare, leggere e inviare messaggi gratis da vari dispositivi. L’infrastruttura server non è centralizzata ma distribuita: ciò vuol dire che ogni nodo della rete può essere bypassato in caso di malfunzionamento.

telegram

I suoi numeri sono in costante crescita: ha raggiunto i 10 miliardi di messaggi scambiati al giorno.

Ma passiamo all’uso aziendale

Telegram ha introdotto i canali.

Al canale possono iscriversi un numero illimitato di persone, può essere pubblico, grazie ad un URL (per esempio www.telegram.me/telegramitalia) molto utile per quelle aziende e professionisti che vogliono aggiornare in modo immediato i propri clienti di novità, promozioni, eventi. Ma perché crearne uno?

  • Chiunque si iscriva al canale, se parliamo di canali pubblici, ha modo di vedere tutta la cronologia del canale, così da valutare se i contenuti sono di suo gradimento o meno
  • Esiste un contatore delle visualizzazioni di ogni post, in modo che chi produce i contenuti possa ridisegnarne la linea editoriale o puntare solo sulle tipologie di post con maggiori visualizzazioni
  • Il canale può essere silenziato, in caso in cui l’utente non voglia essere disturbato dal suono della chat
  • Ha una piattaforma di sticker sempre open source, per cui è possibile creare la propria serie personalizzata e metterla nella piattaforma Telegram per comunicare in modo informale
  • Chiunque si iscrive a Telegram non è obbligato a farlo col proprio numero di cellulare ma basta creare un username pubblico (@username) tramite il quale è possibile essere trovati su Telegram (telegram.me/username)

Un consiglio: non iscrivere automaticamente i tuoi clienti al canale ma manda loro una comunicazione in cui li avvisi dell’indirizzo web del nuovo strumento di comunicazione a cui possono iscriversi spontaneamente.

Lo chiameremo Fattore Prossimità

Dal 2011 su Google le ricerche Esplora luoghi nelle vicinanze sono aumentate di ben 34 volte, raddoppiate dal 2014 al 2015. Del resto, a chi non è mai capitato di fare una ricerca del genere? Dal momento che si applica davvero alle imprese di ogni settore: dall’idraulico, al negozio di abbigliamento o alla ricerca di un bar o un ristorante, un’azienda presso cui stiamo per fare un colloquio o un appuntamento di lavoro…

Ovviamente è senza dubbio la moltiplicazione dei mobile in Italia la grande causa di questo cambiamento: solo attraverso il GPS Google può dirci dove possiamo trovare il negozio o ristorante più vicino.

Un altro spunto interessante di riflessione è questo: viene sempre più spesso meno la fedeltà alla marca. Non è più abbastanza per essere un grande brand fare “presenza” ma è necessario offrire un’esperienza utile, dal contenuto ottimizzato e customizzato per ogni quartiere/città/regione dove “vive” ed è posizionato. Siccome ancora molti grandi marchi non hanno tipologie di contenuti così diversificati, le opportunità per le imprese locali di farsi largo sono aumentate.

Sulla base di questo discorso speriamo di avervi convinto circa l’importanza del fattore “Prossimità”.

Ma da dove cominciare?

Innanzitutto prima di investire anche solo un centesimo in una forma di pubblicità “localizzata” bisogna come sempre analizzare i propri dati offline: un esempio? Identificare i codici di avviamento postale in cui la maggior parte dei vostri clienti risiedono, o magari lavorano.

Una volta che avete una buona conoscenza del vostro target (e trattasi di target “fisico” in questo caso) ecco qui due modi per ottimizzare il tuo Esplora luoghi nelle vicinanze.

Lo chiameremo Fattore Prossimità. Sulla base di questo discorso speriamo di avervi convinto circa l'importanza del fattore "Prossimità".

1. Geo-personalizzazione

Google offre una serie di geo-accorgimenti per indirizzare gli annunci.

Ciò consente di personalizzare il vostro annuncio in base alla posizione geografica, in modo tale che sia maggiormente attrattivo per il vostro cliente acquisito di ritorno o per un potenziale interessato di passaggioo. Un marchio nazionale può sfruttare per esempio questa funzione per parlare al suo pubblico con offerte differenti a seconda del quartiere/città/regione, senza dover creare migliaia di campagne di micro-targeting.

2. Targeting di prossimità

Il targeting di prossimità consente di fare offerte sulla base della vicinanza alla vostra posizione. In città, il raggio potrebbe essere a pochi isolati. In un paese, potrebbe essere di alcuni km. E’ possibile infatti integrare Google AdWords con GoogleMyBusiness, dunque concentrarsi sui clienti che cercano esattamente nella vostra zona specifica, i quali molto probabilmente sono pronti a fare le transazioni più veloci.

 

Volete saperne di più? Scriveteci

Una panoramica sul Marketing Automation

Con il termine marketing automation ci si riferisce a un software che permette di automatizzare alcune attività ripetitive di marketing (Wikipedia). In particolare, i migliori software di marketing automation permettono di:

  • seguire le tracce di chi visita il sito web, registrando le pagine visitate e il tempo di sosta
  • creare email, landing page e moduli di registrazione
  • registrare le risposte contenute nei moduli
  • gestire le campagne di lead nurturing
  • calcolare un punteggio per ogni persona contenuta nel database, a seconda delle attività eseguita e a seconda delle regole stabilite in fase di set up del software (lead scoring)
  • effettuare una completa attività di reporting
  • collegarsi al CRM

In definitiva, un software di MA registra le attività online tenute da una persona dal momento in cui entra in contatto con l’azienda, generalmente tramite un modulo di contatto. Da questo istante, il software sarà capace per esempio di: registrare tutte le attività che questa persona compie sul sito dell’azienda, spedire una sequenza programmata di email a questa persona, dare un punteggio a questa persona a seconda delle attività compiute (aperture delle email, scaricamento di documenti, visita al sito ecc.) in modo da comprendereil suo grado di “attivismo”, fornire costantemente una visione di tutte le attività compiute da questa persona, e infine, al raggiungimento di un certo punteggio, passare questo contatto al CRM o inviare in maniera automatica un’email a una persona dell’azienda precedentemente individuata, di solito un’agente di vendita che ha l’incarico di contattarlo.

Insomma, il temine “marketing automation” viene utilizzato per indicare i processi e le tecnologie che permettono ad un’azienda di rendere automatiche specifiche comunicazioni di marketing (anche basate sui comportamenti degli utenti) convertendo in clienti nuovi contatti, risparmiando tempo e migliorando l’efficienza e la produttività.

Secondo un’indagine recente realizzata da Adestra (Marketer vs Machine), i vantaggi che si ottengono attraverso l’utilizzo di processi di marketing automation sono i seguenti:

  • Risparmio di tempo: 74%
  • Maggior coinvolgimento dei clienti: 68%
  • Aumento della frequenza delle comunicazioni: 58%
  • Opportunità di up-selling: 58%

Con poco sforzo, l’azienda può impostare il suo piano di comunicazione in base a tempi e obiettivi specifici. Si parte dalle basi, ad esempio si può stabilire che venga inviata un email di ringraziamento ad ogni nuovo contatto che scrive su di un form, o che vengano inviati gli auguri ogni anno ad un nostro cliente, o ancora che ad una determinata navigazione del nostro contatto attraverso un web site, corrisponda una comunicazione via email specifica da parte dell’azienda. Già vi stanno venendo in mente mille idee, vero?

Una panoramica sul Marketing Automation. Con il termine marketing automation ci si riferisce a un software che permette di automatizzare alcune attività ripetitive di marketing (Wikipedia). In particolare, i migliori software di marketing automation permettono di:

Il caso

Cicom Systems è un’azienda di software che riscontrava problemi nell’identificare gli iscritti alla newsletter e i contatti potenziali da convertire. Grazie ad una piattaforma di marketing automation, Cicom ha lanciato una campagna divisa in 5 fasi:

  1. Quando un contatto iscritto alla newsletter clicca su un articolo, la piattaforma preleva le informazioni sul contatto e le registra.
  2. Ogni contenuto contiene dei tag su alcuni argomenti in modo da poter individuare i contatti realmente interessati a Cicom (coloro che cliccano su questi contenuti).
  3. Analisi dei contenuti per capire quali ottengono maggiore successo per il lettori.
  4. Ottenimento di una descrizione precisa dei lettori attraverso una profilazione progressiva.
  5. Approfondimento della conoscenza dei contatti realmente interessati a Cicom.

Con questi risultati:

  • Incremento del 256% del tasso di apertura
  • Individuazione di 1.513 potenziali contatti
  • Generazione di una media di 18 nuovi clienti ogni settimana

(dati @advmedialab)