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La Call To Action: tutto quello che devi sapere

Che cos’è una Call To Action efficace? La creazione di contenuti digitali per catturare l’attenzione degli utenti e incitarli a soffermarsi sui nostri siti web può rivelarsi poco utile se questi contenuti non vengono sfruttati nella maniera giusta! Nello specifico, quello che creiamo, come siti web, articoli del blog, pagine del sito, devono quasi tutti contenere uno strumento indispensabile: la Call To Action! (CTA)

La Call To Action: tutto quello che devi sapere. Che cos'è una Call To Action efficace? La creazione di contenuti digitali per catturare l'attenzione degli utenti e incitarli a soffermarsi sui nostri siti web può rivelarsi poco utile se questi contenuti non vengono sfruttati nella maniera giusta! Nello specifico, quello che creiamo, come siti web, articoli del blog, pagine del sito, devono quasi tutti contenere uno strumento indispensabile: la Call To Action! (CTA)

Che cos’è la Call To Action?

La Call To Action, letteralmente “chiamata all’azione” può essere un’immagine, un link, o una parte di testo cliccabile inserito all’interno di una pagina web che invita l’utente a compiere un’azione precisa. Così, dopo aver attirato l’attenzione dell’utente sui nostri siti web, lo invitiamo a compiere un’azione mirata.

Perché le Call To Action sono importanti?

Una chiama all’azione attira gli utenti e li invita ad azioni specifiche. Facciamo un esempio: l’utente effettua una ricerca su Google digitando “Viaggi a Torino” e arriva su un articolo del nostro blog che parla di viaggi a Torino. 

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Alla fine dell’articolo clicca una Call To Action “Scarica la mini guida sulle migliori cose da fare a Torino”; cliccando atterra su una pagina in cui trova un form di contatto, lascia i suoi dati e scarica la mini guida. In questo modo otteniamo due risultati: l’utente è soddisfatto perché riesce a trovare esattamente quello che sta cercando e noi avremo ottenuto informazioni sulla sua persona.

Più semplice è, meglio è

Dobbiamo sempre tenere presente la scarsa attenzione e la pigrizia degli utenti internet: la Call To Action deve essere diretta, chiara e concisa. In particolare, il testo dovrebbe contenere un verbo al modo imperativo accompagnato da un oggetto che rende chiaro l’obiettivo dell’azione: “Scarica la guida”, “Iscriviti al corso”, “Prenota il tuo posto”.

Dove inserirle?

Generalmente, il lettore presta maggiore attenzione ai contenuti inseriti nella fase iniziale o finale dei contenuti.
Per questo motivo, due buone posizioni per inserire le CTA sono la parte iniziale e la parte finale della pagina.

Come creare Call To Action accattivanti?

Per creare CTA che attirino l’attenzione prima di tutto dobbiamo assicurarci che siano chiare e dirette. Secondariamente, bisogna assicurarsi che il testo cliccabili, il bottone o l’immagine utilizzata come Call To Action abbia delle caratteristiche:

  • deve essere distanziato dal resto, in modo da catturare più facilmente l’attenzione dell’utente;
  • di un colore che sia in contrapposizione con lo sfondo e che ispiri fiducia;
  • ottimizzato per la visualizzazione da mobile;
  • deve essere grande ma non troppo.

Le Call To Action rientrano dunque tra gli strumenti “Top” del digital, non farne a meno!

Native Advertising: funziona?

Il contesto pubblicitario attuale è caratterizzato da importanti difficoltà per tutti coloro che devono comunicare, dagli editori/publisher ai brand che devono giostrarsi tra Viewability e Performance dei contenuti, Brand Safety e AdBlock. E’ infatti diventato sempre più difficile catturare l’attenzione degli utenti bombardati costantemente da troppe informazioni. Negli ultimi anni però si è diffuso uno strumento nuovo che permette ai brand di pubblicizzarsi e farsi riconoscere subito dal cliente.

In questo articolo parliamo di Native Advertising, di cosa si tratta, come usarlo e sfruttarlo al meglio, leggete per saperne di più!

Owned, Earned e Paid media

Per farti riconoscere dal tuo pubblico, dovresti avere una comunicazione omogenea su tutti i media ma prima di approfondire, c’è un’interessante classificazione dei media che dovresti conoscere:

  • Owned Media: sono gli spazi controllati direttamente dall’azienda come il sito web, il blog e i canali social, sui quali si occupa direttamente il brand di creare i contenuti. Questo canale ha indubbi vantaggi lato SEO ma anche diversi svantaggi, principalmente legati al costo per la produzione dei contenuti e alle relative necessità organizzative.
  • Earned Media: sono gli spazi e le azioni non controllate direttamente dal brand come la condivisione sui social di un utente comune di un prodotto con il quale si trova bene e di cui ha piacere parlare, oppure le attività di digital PR e di influencer marketing. Questa modalità di promozione, sebbene utilissima ed efficace, ha un unico grande svantaggio: l’impossibilità di prevederne i risultati.
  • Paid Media: sono i media a pagamento, che consentono di pianificare al meglio prevedendo in anticipo gli obiettivi della campagna. Ad esempio, è possibile acquisire quantità specifiche di traffico, visualizzazioni di un video, copertura di pubblico. Lo svantaggio è senza dubbio il costo da sostenere che però porta sempre benefici.

Ma, come abbiamo già visto ampiamente, la maggior parte del tempo speso dagli utenti su mezzi digitali avviene su dispositivi mobili. Inizialmente a questa evoluzione dei media non è seguita una altrettanto rapida evoluzione dei formati pubblicitari, fino a quando non si è diffuso il Native Advertising, che altro non è che un Paid Media.

Ma quindi cos’è?

@UpStory definisce il Native Advertising come degli annunci pubblicitari che:

  • Assumono la forma del contesto in cui sono inseriti
  • Ereditano la funzione della piattaforma in cui vivono (es: il like di Facebook)
  • Non interrompono la navigazione
  • Sono rilevanti per l’utente
  • Riportano dati identificativi dell’azienda (come il logo) che la rende riconoscibile
Native Advertising: funziona?. In questo articolo parliamo di Native Advertising, di cosa si tratta, come usarlo e sfruttarlo al meglio, leggete per saperne di più!

In questa tipologia di advertising, come vedremo, rientrano anche gli articoli sponsorizzati, ma è importante sottolineare che non si esaurisce in essi. Consiste infatti in un insieme di tecnologie anche complesse che vengono combinate tra loro. Il Native advertising quindi non è niente di nuovo e tutti noi stiamo già da anni pianificando campagne native. Alcuni esempi?

  • Gli annunci Google search
  • I post sponsorizzati su Facebook, Twitter e gli altri social network
  • Gli articoli sponsorizzati prodotti da editori (es: Buzzfeed)
  • I widget di raccomandazione di contenuti inseriti a fine articolo (es: Outbrain, Ligatus, ecc…)

Formati di Native Advertising

Nel 2013 lo IAB (Internet Advertising Bureau), l’associazione che definisce gli standard pubblicitari, ha definito 6 tipologie di formati pubblicitari “native”:

  1. In-Feed: annunci inseriti nei contenuti di un sito che hanno lo stesso aspetto del feed
  2. Paid Search: annunci inseriti nella pagina dei risultati di un motore di ricerca che assumono lo stesso aspetto dei risultati di ricerca
  3. Recommendation widget: annunci che diffondono widget, che propongono agli utenti contenuti raccomandati sulla base dei dati di comportamento
  4. Promoted listings: pubblicità concepite per portali che mostrano liste di prodotti e servizi (es. Ebay). I prodotti sponsorizzati inseriti in queste liste si presentano come gli altri ma cliccandoci portano a una pagina esterna 
  5. In-Ad: contenuti inseriti all’interno di un formato pubblicitario standard che si percepisce non siano parte del sito che si sta visitando ma sono coerenti con gli argomenti trattati
  6. Custom: iniziative pensate in relazione al media sul quale si vuole pubblicizzare, come per esempio un podcast pensato appositamente per sponsorizzare un prodotto in relazione all’argomento trattato

Inoltre è fondamentale, di qualsiasi formato si tratti, comunicare con chiarezza all’utente che si trova davanti ad un annuncio, non ad un contenuto “spontaneo”. La trasparenza deve essere sempre garantita per non incappare in una pubblicità ingannevole, soprattutto per questa forma di advertising dove i contorni tra contenuto e pubblicità sono molto sottili.

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Qual è la differenza Content Marketing e Native Advertising?

A questo punto sorge, questa domanda spontanea, ovvero come si differenziano Content Marketing e Native Advertising. Per spiegarlo prendiamo le parole di @SemRush che non ha dubbi: il Content Marketing può essere definito come una strategia da adottare, il Native Advertising è una tattica, uno strumento di amplificazione ad uso di quella strategia.

Ma quindi il Native Advertising funziona? E’ diventata evidente, negli ultimi anni, la sua efficacia soprattutto nella generazione di maggiore attenzione, engagement e intento d’acquisto negli utenti, in particolar in relazione alla Display Advertising. Quindi sì, una buona strategia pensata per la Native Advertising può portare la tua azienda a migliorare visibilità ed aumentare gli acquisti!

Perché dovresti migrare a Microsoft 365

I vantaggi dell’utilizzo del cloud sono evidenti: la riduzione dei costi fisici dell’hardware e dello storage, la riduzione dei compiti amministrativi e l’agevolazione dell’agilità aziendale sono aspetti inerenti al passaggio al cloud. Tuttavia, la domanda rimane: in che modo un’azienda continua a sfruttare i vantaggi del cloud dopo la migrazione? Una strategia efficace potrebbe includere Microsoft 365, ossia una raccolta di prodotti software Microsoft rivolti alle aziende. 

La soluzione aziendale di Microsoft unisce Office 365, Windows 11 e Enterprise Mobility + Security. Questa soluzione integrata, non solo ti consente di sfruttare il cloud in modo più efficiente, ma può anche aumentare in modo significativo il tuo ambiente con applicazioni e funzionalità utili che consentono la collaborazione, migliorano la produttività e rafforzano la sicurezza dei dati. 

Questa piattaforma mette infatti a disposizione 1 TB di spazio che permette di attivare il salvataggio automatico per non perdere nessuna modifica ma, soprattutto, il cloud è inattaccabile, per questo è il miglior security provider disponibile.  

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Collaborazione tra utenti

Le applicazioni client, come la suite Office, possono essere installate dagli utenti finali con facilità, semplicemente effettuando l’accesso e scaricando quanto necessario dal portale Microsoft. Gli utenti possono quindi avviare rapidamente il servizio e collaborare a progetti di gruppo su macchine di lavoro e dispositivi mobili.  

Con i flussi di lavoro integrati, un team può creare documenti senza problemi e ciascuno riceve notifiche relative alle modifiche. Con il controllo delle versioni, puoi anche ripristinare le bozze di documenti precedenti nel caso risultassero più adatte ai requisiti del progetto. Una volta completato, un progetto può essere condiviso in modo sicuro con i client utilizzando Outlook Modern Attachments, che verifica che tutti dispongano della stessa versione di un documento. Ai clienti possono quindi essere concesse autorizzazioni di modifica o di sola lettura, a seconda di ciò che è appropriato per quel particolare progetto. 

Si può dire che Microsoft 365 è una piattaforma cloud che alimenta la digital trasformation: ha lo scopo di agevolare la produttività lavorativa in quanto contiene utili strumenti per il lavoro in team a distanza.  

Smart Working

Microsoft 365 ti consente di completare il lavoro su qualsiasi dispositivo, indipendentemente dalla tua posizione, sfruttando al meglio le tue giornate in smart working. Utilizzando applicazioni come OneDrive o la suite Office per dispositivi mobili, puoi archiviare e modificare documenti nel cloud. Poiché le applicazioni di Office 365 si sincronizzano tra i dispositivi, qualsiasi lavoro avviato su laptop potrà essere completato sul tablet. Inoltre, Microsoft garantisce un tempo di attività del 99,9%, quindi, puoi essere certo che il tuo duro lavoro sarà raramente interrotto. 

Sicurezza dati

I tuoi dati sono al sicuro con Microsoft 365. Utilizzando Microsoft Flow, puoi anche assicurarti che i dati vengano condivisi solo con i segmenti di pubblico necessari. Con Flow puoi configurare le impostazioni di prevenzione sulla perdita di dati e definire i criteri per la condivisione dei dati aziendali.

Oltre alla prevenzione della perdita di dati, inoltre, sono disponibili più livelli e metodi di crittografia, che si applicano sia ai dati inattivi che in transito. Ad esempio, ciò coprirebbe tutti gli elementi che sono stati caricati in una raccolta di SharePoint, nonché tutti i messaggi di posta elettronica che vengono consegnati. 

Un’altra funzionalità di sicurezza cruciale è la gestione dei dispositivi mobili (MDM) integrata, che diventa necessaria quando gli utenti devono eseguire il lavoro su dispositivi mobili e computer a casa. Con Microsoft 365 puoi configurare la sicurezza del dispositivo e cancellare da remoto i dispositivi in caso di smarrimento o furto per proteggere il tuo ambiente. 

Perché dovresti migrare a Microsoft 365. I vantaggi dell'utilizzo del cloud sono evidenti: la riduzione dei costi fisici dell'hardware e dello storage, la riduzione dei compiti amministrativi e l'agevolazione dell'agilità aziendale sono aspetti inerenti al passaggio al cloud. Tuttavia, la domanda rimane: in che modo un'azienda continua a sfruttare i vantaggi del cloud dopo la migrazione? Una strategia efficace potrebbe includere Microsoft 365, ossia una raccolta di prodotti software Microsoft rivolti alle aziende. 

Migrare a Microsoft 365

Sei pronto a trasformare il lavoro di squadra, potenziare i tuoi colleghi e ottimizzare le operazioni aziendali? La tua azienda dovrebbe prendere in considerazione la migrazione a Microsoft 365. 

Non sai da dove iniziare o stai semplicemente cercando maggiori informazioni? Contatta oggi stesso uno dei nostri esperti di migrazioni Microsoft 365.

SEO: Update per il 2023

Come le parole chiave influenzano l’ottimizzazione per i motori di ricerca.

La SEO ricopre un ruolo sempre più importante per avere un’ottima strategia di marketing, come abbiamo già parlato nel nostro articolo SEO: che cos’è e come funziona.   

Google Trends ci mostra attraverso i dati come nel 2020 parole in generale più cercate in Italia riguardino l’ambito del COVID-19, causato dalla pandemia che ha visto il paese coinvolto per quasi 2 anni, allo stesso modo nella classifica del 2022 i primi posti sono occupati da parole legate alla guerra tra Russia e Ucraina.

L’ottimizzazione per i motori di ricerca è una vetrina fondamentale per raggiungere sempre meglio l’audience con il proprio sito web, per questo motivo Google prevede aggiornamenti costanti in modo da premiare correttamente l’indicizzazione dei contenuti di ricerca al fine di assicurare la soddisfazione dell’utente.   

Su cosa puntare per migliorare la SEO di un sito web.

Parlando di ricerca organica la qualità del contenuto resta il valore predominante su cui il motore di ricerca basa il posizionamento dei siti web pertinenti, il che porta in primo piano per i visitatori il risultato che possa soddisfare al meglio la richiesta effettuata, indipendentemente dal fatto che sia stata fatta della pubblicità. Dunque, la SEO garantisce la visibilità della pagina ad un pubblico mirato e guadagnando posizioni in termini di vantaggio competitivo.

SEO: Update per il 2023. La SEO ricopre un ruolo sempre più importante per avere un'ottima strategia di marketing, come abbiamo già parlato nel nostro articolo SEO: che cos’è e come funziona.   

Anche per il 2023 la qualità si riconferma un valore fondamentale in contrasto all’information overload, ovvero l’enorme quantità di risorse disponibili sul web che possono portare a deviare l’attenzione dell’utente che va alla ricerca di un contenuto pertinente nel minor tempo possibile.

Gli esperti di consulenza SEO intervistati da Search Engine Journal portano alla luce la rilevanza crescente dell’utilizzo del formato video per raggiungere l’interesse degli utenti e il vantaggio di incrementarlo grazie all’interazione, sottolineando come l’esperienza dell’utente sia sempre più orientata verso l’omnicanalità, ovvero la possibilità di fruire il servizio attraverso diversi punti di contatto.   
Per garantire una user experience pienamente soddisfacente e di successo, un punto su cui destinare particolare attenzione è sicuramente il focus sull’usabilità e l’accessibilità del sito stesso, infatti integrando con alcuni piccoli elementi come Alt e Meta tag o font che rendano agevole la fruibilità del sito anche per le persone con disabilità.

SEO: Update per il 2023. La SEO ricopre un ruolo sempre più importante per avere un'ottima strategia di marketing, come abbiamo già parlato nel nostro articolo SEO: che cos’è e come funziona.   

Strumenti innovativi

Il successo è visibile dalla viralità che possono acquisire dei contenuti video specialmente su canali come i social network. Da qui deriva il termine “social signals“, in riferimento ai segnali sociali, ovvero le menzioni e azioni effettuate dagli utenti sui social, che i motori di ricerca prendono in considerazione tra le metriche utili al posizionamento siccome possono portare gli utenti ad avvicinarsi ad un’azienda, per cui rientra nell’ambito della SEO Off-Page.    

Dallo sbarco di Chat GPT anche l’intelligenza artificiale prende posizione tra strumenti digitali da applicare per avere risultati sempre più efficienti. Nell’ambito SEO si parla di applicazione dell’AI generativa che partendo da alcune impostazioni di base, come un set di parole chiave, il target e un confronto con i competitor, riesce a produrre un testo in linea con le ottimizzazioni necessarie in ottica di SEO.  

Nonostante la rapidità di esecuzione è sempre consigliata una revisione umana per un controllo degli eventuali errori e per apportare quel tocco di personalizzazione che fa distinguere il brand. Alcuni strumenti per automatizzare la generazione di testo sono per esempio Writesonic e Simplified.

SEO: Update per il 2023. La SEO ricopre un ruolo sempre più importante per avere un'ottima strategia di marketing, come abbiamo già parlato nel nostro articolo SEO: che cos’è e come funziona.   

Tra gli strumenti di monitoraggio non può mancare Google Analytics, il quale, grazie all’analisi dei dati raccolti, permette di comprendere al meglio l’efficacia del lavoro della SEO.   
Stabilendo degli obiettivi, permette di tracciare, e approfondire tramite dati concreti, il comportamento del pubblico e i dati di acquisizione in prospettiva di migliorare le azioni di marketing e SEO.  

Storytelling aziendale: 5 vantaggi

Gli scrittori fanno spesso così: costruiscono narrazioni nella nostra testa sulla base di cose che accadono durante la nostra giornata. E’ un po’ come un gioco no? Spesso sono anche racconti goffi che proprio per questo rimangono impressi. Siete d’accordo?

Di seguito riportiamo i 5 migliori benefici dello storytelling.

1. Lo Storytelling costruisce ricordi

In giovane età i nostri genitori ci leggono filastrocche con la morale, progettate per aiutarci a crescere e diventare persone migliori. Queste lezioni di vita sono raccontate in formato storia perché così sono più interessanti, divertenti e memorabili. L’impatto che le storie hanno su di noi non cambia poi molto in età adulta: la narrazione realizzata in modo strategico costruirà in noi i ricordi che si desidera mantenere con i tuoi lettori e ascoltatori.

La narrazione è tattile, le storie aiutano le persone a vedere, udire e in alcuni casi gustare. Insomma sentire il messaggio. Il concetto fondamentale è quindi riuscire a focalizzare la propria narrazione intorno messaggi importanti e invitare gli utenti all’azione! Questo concetto ci porta al punto numero due.

2. Lo Storytelling motiva le persone

Pensate a che cosa si desidera che il pubblico faccia: per esempio, se la call to action primaria è che le storie aiutino le persone a ricordare le cose, potrebbe essere utile raccontare una storia un po’ imbarazzante utilizzando un tono ironico. Le storie sono una scelta naturale per il marketing, così come avere una morale. Ma attenzione, assicuratevi sempre di sapere cosa il vostro pubblico vuole: conoscere il proprio pubblico aiuta a garantire che la tua storia costruisca reali relazioni.

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3. Lo Storytelling costruisce relazioni

Le relazioni sono oro, siete d’accordo? Gli individui che si sentono connessi al marchio non sono più solo acquirenti abituali, ma probabilmente “amici” del marchio. Il trucco per la selezione di storie realmente di “successo relazionale” può essere quello di avere una mappa dettagliata di ciascuno dei vostri segmenti (o profili) di clientela: è questo che trasforma una buona storia in una grande storia, ciò che vi relazionerà a lungo termine con i vostri clienti e “amici”.

4. Lo Storytelling rende i contenuti interessanti

E’ importante capire che non esiste davvero un settore di mercato noioso. Certo, ci sono sicuramente aziende che si prestano più facilmente a contenuti interessanti, ma se c’è un mercato per la vostra attività, vi è anche un modo per rendere questa attività interessante, dai contenuti coinvolgenti.

La narrazione dovrà attingere dalle emozioni e dalle motivazioni che emana il settore in cui operate. Per esempio le liste sono un modo chiaro e semplice per iniziare a organizzare le informazioni. Da queste potete partire per tessere un filo comune che collegherà i punti dalla A alla Z.

Storytelling aziendale: 5 vantaggi. Di seguito riportiamo i 5 migliori benefici dello storytelling.

5. Lo Storytelling può rendere nuovo qualcosa di vecchio

The last but not the least, un altro problema comune nell’affrontare i contenuti di marketing è legato alle nuove idee. Proprio come gli elenchi sono stati utilizzati in circa un milione di modi diversi, anche blogging e contenuti di marketing sono stati in giro già per un bel po’ di tempo. C’è un sacco di concorrenza là fuori per il pubblico di destinazione e può essere difficile pensare a nuove idee che veramente aggiungano valore alla conversazione. 

Ebbene, lo Storytelling vi aiuterà a prendere qualcosa che qualcuno ha già scritto e permettergli una nuova rotazione, renderà il processo di lucidatura di vecchie idee stantie molto agevole per voi e per la call to action che rivolgete al tuo pubblico!

TripAdvisor, mai più senza

TripAdvisor è la piattaforma leader per quanto riguarda la sfera dei contenuti per turisti a livello mondiale: è dunque imperativo esserci per un’attività turistica, cari imprenditori, e raccontarsi periodicamente cercando l’appoggio degli utenti.

Qualsiasi serio piano di marketing online per un business legato al turismo deve affrontare TripAdvisor come obiettivo chiave. Del resto del potere delle recensioni nell’era attuale ne avevamo già parlato nel nostro articolo L’era delle Recensioni facili.

Ma una volta creata la pagina ed “etichettato” il proprio business, è altrettanto importante esserci per interagire con il proprio pubblico. E se anche avete già delle misure in atto per incoraggiare gli ospiti a scrivere recensioni, poi siete sicuri di rispondere sempre e adeguatamente alle recensioni pubblicate? Ebbene, oltre il 70% dei viaggiatori sostiene che le Repliche della direzione influiscono sulla scelta dell’hotel. Perché le Repliche della direzione dimostrano che la struttura ci tiene al feedback e alla soddisfazione degli ospiti.

TripAdvisor, mai più senza. TripAdvisor è la piattaforma leader per quanto riguarda la sfera dei contenuti per turisti a livello mondiale: è dunque imperativo esserci per un'attività turistica, cari imprenditori, e raccontarsi periodicamente cercando l'appoggio degli utenti.

Statistiche in pillole

  • I ricavi dalle prenotazioni di viaggi online provenienti da un dispositivo mobile (smartphone o tablet) nel 2015 hanno oltrepassato il 25 %.
  • Ci sono più di 4 milioni di strutture ricettive ripartite in 42 paesi, ed il 77% degli utenti va alla ricerca di recensioni su alberghi, il 50% su ristoranti, il 44% su attrazioni.
  • Gli hotel con almeno una foto hanno un 225% di probabilità in più di richieste di prenotazione. Gli hotel con più di 100 foto hanno un 238% di probabilità in più di richieste di prenotazione
  • Solo il 27% degli albergatori comunica con i clienti prima del loro arrivo.
  • Il 68% dei viaggiatori inizia la sua ricerca senza una destinazione in mente.

E infine… Lo sapevate che i viaggiatori statunitensi visitano in media 38 portali di viaggi per un periodo di 5 settimane prima di prenotare una vacanza? Nel Regno Unito invece i viaggiatori visitano in media 35 siti di viaggio prima di prenotare, un risultato molto consistente che mostra la sfida che attende tutti gli imprenditori dell’industria del turismo nell’avere un sito dinamico e responsive, con strategie di email marketing e tattiche di remarketing.

Rimanere al centro dei pensieri in un lasso di tempo di 5 settimane è una bella sfida, non credete?