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E-commerce, 10 errori comuni da evitare

Vuoi aprire un sito web di e-commerce che funzioni e che porti dei ricavi? Abbiamo raccolto alcuni accorgimenti che dovresti seguire!

Cos’è un sito web?

Innanzitutto partiamo con il dare una definizione di cosa sia effettivamente un sito: può essere considerato come un biglietto da visita digitale usato per diversi scopi come presentare i servizi della propria società, vendere i propri prodotti, promuovere eventi, mantenere vivo il rapporto con la clientela. Risulta quindi chiaro che sia uno strumento indispensabile per tutti coloro che possiedono un’impresa poiché garantisce e opportunità di business.

In questo articolo ci focalizzeremo principalmente su siti web di e-commerce, i quali devono attenersi a molti più aspetti, rispetto a siti web personali, per la loro buona riuscita. Nonostante sia uno strumento utilizzato ormai da tutte le imprese, ci sono degli errori ancora sottovalutati che andrebbero assolutamente evitati.

AdobeStock 473151675 E-commerce, 10 errori comuni da evitare

In particolare abbiamo scovato questa lista pensata da Hosting Clues in cui sono riportati 10 errori chiave da evitare per il successo di un e-commerce. Quindi prendi nota, pronti via!

ERRORE 1: DOMINIO LUNGO E CONFUSO

Scegliere un dominio per e-commerce è una delle decisioni più importanti.

I nomi di dominio troppo lunghi sono difficili da ricordare e da scrivere. Infatti, i visitatori tendono a ritornare sul tuo sito web solo quando si ricordano l’URL di quest’ultimo. Per questo è molto importante non avere un nome dominio troppo lungo. Deve essere conciso ed esplicativo dell’attività commerciale che rappresenta.

ERRORE 2: NON AVERE UN LOGO

Il logo è il primo elemento visivo che appare all’occhio del visitatore, inoltre è l’unico elemento identificativo del tuo sito. I tuoi prodotti potrebbero essere disponibili anche su altri siti web, mentre il logo sarà unico e ti aiuterà ad essere memorabile.

Il logo dice molto di te, della tua azienda, della storia di quest’ultima e ti distingue dai tuoi concorrenti. È fondamentale alla creazione della tua brand identity, il fattore principale che ti permette di rimanere impresso nella mente dei tuoi clienti.

ERRORE 3: RICERCA INSUFFICIENTE

Prima di dare inizio ad un’impresa di e-commerce, è essenziale fare molte ricerche sul mercato che caratterizza il settore: è necessario comprendere ogni dettaglio indispensabile per avere successo e redigere un piano per evitare errori e ostacoli del caso. Solo conoscendo i tuoi competitor puoi studiare una strategia migliore della loro per convincere i clienti ad acquistare sul tuo sito.

ERRORE 4: NON AVERE UN PIANO AZIENDALE

Avere un piano d’azione aziendale è essenziale per dare inizio all’attività; non averlo significa non dirigersi verso nessuna direzione precisa, causando così un danno alla crescita del tuo business. Quindi, per una navigazione senza ostacoli, occorre pensare ad un piano aziendale adeguato con largo anticipo, prima di dare vita al proprio negozio online. Solo così sarai pronto ad entrare sul mercato.

ERRORE 5: PAGINA “ABOUT US” NON CORRETTA

Questo è uno degli aspetti più sottovalutati durante la costruzione di un sito di e-commerce. Infatti in realtà è proprio la pagina “about us a dire tutto su chi sei e sulla tua attività. La fiducia che instauri con i tuoi clienti ha la capacità di generare più vendite dei prodotti stessi che hai sul tuo sito. Avere una buona pagina “about us” è quindi fondamentale.

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ERRORE 6:  NON CONCENTRARSI SULLA STRATEGIA SEO

Concentrarsi sulla strategia SEO è molto importante perché il tuo e-commerce possa apparire tra i primi risultati delle ricerche sul web. A tal proposito è opportuno ricorrere ad un esperto di SEO per pianificare la propria strategia prima che il sito Web venga caricato. In questo modo comparirai tra i primi risultati sui motori di ricerca in relazione alle parole che corrispondono alla tua impresa.

È un aspetto che non puoi assolutamente sottovalutare!

ERRORE 7: BUDGET LIMITATO O INSUFFICIENTE

Un budget ristretto o inesistente non aiuterà sicuramente la buona riuscita della tua attività di e-commerce: ti serve budget a sufficienza per poter costruire il tuo sito, creare un logo e, soprattutto, per sponsorizzarlo! La pubblicità, infatti, è l’unica via per poter mettere in primo piano il tuo sito Web una volta lanciato. I clienti non arrivano dal nulla, soprattutto in questa epoca in cui ci sono già moltissimi altri e-commerce su cui acquistare.

ERRORE 8: FOCALIZZARSI SU TROPPE COSE

Focalizzarsi su troppe cose distoglie l’attenzione da quello che è lo scopo principale della tua attività. Per guidare un business di successo devi focalizzarti e lavorare sodo su una serie limitata di elementi. Devi scegliere un segmento di mercato preciso e canali di comunicazione su cui intercettare il rispettivo target. Non puoi vendere tutto a tutti!

AdobeStock 166846493 1 E-commerce, 10 errori comuni da evitare

ERRORE 9: NON CONCENTRARSI SULL’ INTERESSE DEL CLIENTE

Per un sito Web di e-commerce, il cliente è la parte più importante; così come i suoi interessi e le sue necessità. Per questo motivo occorre rendere il sito web a favore solamente del cliente offrendogli prodotti che soddisfino i suoi bisogni. Conoscendo bene la tua clientela sarai in grado di offrirgli il miglior servizio.

ERRORE 10: INFORMAZIONI SUL PRODOTTO INSUFFICIENTI

Quando si carica un prodotto sul proprio sito Web, occorre inserire tutte le informazioni che lo riguardano e che sono necessarie per il cliente: prezzo, materiale con cui è stato prodotto, disponibilità di colori, dimensioni e molto altro che dia una descrizione completa ed esaustiva.

Ora che sei a conoscenza di questi errori ricorrenti non potrai fare altro che aprire un e-commerce di successo! Contattaci per sapere i servizi che offriamo a riguardo!

L’eCommerce B2C in Italia nel 2022

L’eCommerce B2C ha continuato a crescere anche nel 2022. Osservatori.net in particolare, riporta che valore degli acquisti online degli italiani ha segnato un +20% dal 2021 per un giro d’affari che ha sfiorato i 48,1 miliardi di euro, tra prodotti (33,2 miliardi) e servizi (14,9 miliardi).

In particolare tra i primi 3 settori di prodotti acquistati online dagli italiani abbiamo:

  • Elettronica con il 54% degli acquisti
  • Moda con circa il 48%
  • Beauty con il 37%

Vi sono poi in ordine il settore delle scarpe con il 32%, quello di prodotti per la salute al 28%, i giocattoli compreso il gaming con il 27% e infine l’acquisto online di pasti con il 21% (Bitmat).

Risulta quindi che nel 2022 sia cresciuto maggiormente l’acquisto dei servizi contrariamente alle statistiche degli anni precedenti dove predominava l’acquisto di prodotti. Questo anche dovuto dal ritorno alla vita dopo la pandemia che pare essere avvenuto quasi del tutto solo nel 2022, quando di fatto le persone hanno ricominciato a viaggiare e ad acquistare online per le loro vacanze.

Non bisogna però pensare che questo aumento sempre maggiore di acquisti online consista necessariamente nella perdita di vendite offline e nel fallimento di tutti coloro che vendono merci fisicamente. Il confine tra vendite online/offline infatti sta diminuendo sempre di più. Molti negozianti fisici per esempio, stanno creando il proprio eCommerce in modo da non perdere clienti e anzi, molto spesso aumentandoli.

AdobeStock 136502278 L'eCommerce B2C in Italia nel 2022

La collaborazione tra online/offline funziona bene anche quando ci rechiamo in negozio e non è presente il modello che vorremmo. In questi casi un bravo commesso può consigliarci l’acquisto del capo dal loro sito online.

E’ importante quindi, nel caso si operi in questo settore, capire come utilizzare in simbiosi queste due realtà.

Mobile e-Commerce

Bisogna tenere presente poi, che tra i mezzi più utilizzati per acquistare online ci sono i dispositivi mobili. Ormai difficilmente si conclude un acquisto online da PC o computer fisso. Questo è successo grazie a eCommerce che sempre più si sono adattati a questi dispositivi e riescono a dare la stessa esperienza di acquisto ai propri clienti. E’ quindi importante dare un’esperienza fluida, semplice e intuibile.

Ritratto del consumatore medio italiano su eCommerce

Ma chi è che consuma di più online, in Italia? Innanzitutto si può dire (sendcloud) che vi sia una maggior frequenza di acquisti online a seconda della generazione. Per esempio la generazione millenials, composta da individui tra i 24 e i 39 anni, acquisterebbe in media 2,1 volte al mese, mentre le generazioni più grandi si atterebbero all’1,5 volte. Inoltre anche la quantità di denaro spesa a ogni ordine varia a seconda dell’età. I più adulti spendono intorno ai 90 euro circa mentre i millenials circa 180 euro.

AdobeStock 346142254 L'eCommerce B2C in Italia nel 2022

Risulta quindi ovvio che l’età sia tra i fattori che maggiormente influenzano le abitudini dei compratori. Questo che è ovvio per il momento, cambierà sicuramente nei prossimi decenni quando gli anziani di allora saranno i millenials di oggi. In quel caso noi saremo qui ad analizzare i nuovi trend e le nuove tendenze!

Perché dovresti migrare a Microsoft 365

I vantaggi dell’utilizzo del cloud sono evidenti: la riduzione dei costi fisici dell’hardware e dello storage, la riduzione dei compiti amministrativi e l’agevolazione dell’agilità aziendale sono aspetti inerenti al passaggio al cloud. Tuttavia, la domanda rimane: in che modo un’azienda continua a sfruttare i vantaggi del cloud dopo la migrazione? Una strategia efficace potrebbe includere Microsoft 365, ossia una raccolta di prodotti software Microsoft rivolti alle aziende. 

La soluzione aziendale di Microsoft unisce Office 365, Windows 11 e Enterprise Mobility + Security. Questa soluzione integrata, non solo ti consente di sfruttare il cloud in modo più efficiente, ma può anche aumentare in modo significativo il tuo ambiente con applicazioni e funzionalità utili che consentono la collaborazione, migliorano la produttività e rafforzano la sicurezza dei dati. 

Questa piattaforma mette infatti a disposizione 1 TB di spazio che permette di attivare il salvataggio automatico per non perdere nessuna modifica ma, soprattutto, il cloud è inattaccabile, per questo è il miglior security provider disponibile.  

AdobeStock 216262327 Perché dovresti migrare a Microsoft 365

Collaborazione tra utenti

Le applicazioni client, come la suite Office, possono essere installate dagli utenti finali con facilità, semplicemente effettuando l’accesso e scaricando quanto necessario dal portale Microsoft. Gli utenti possono quindi avviare rapidamente il servizio e collaborare a progetti di gruppo su macchine di lavoro e dispositivi mobili.  

Con i flussi di lavoro integrati, un team può creare documenti senza problemi e ciascuno riceve notifiche relative alle modifiche. Con il controllo delle versioni, puoi anche ripristinare le bozze di documenti precedenti nel caso risultassero più adatte ai requisiti del progetto. Una volta completato, un progetto può essere condiviso in modo sicuro con i client utilizzando Outlook Modern Attachments, che verifica che tutti dispongano della stessa versione di un documento. Ai clienti possono quindi essere concesse autorizzazioni di modifica o di sola lettura, a seconda di ciò che è appropriato per quel particolare progetto. 

Si può dire che Microsoft 365 è una piattaforma cloud che alimenta la digital trasformation: ha lo scopo di agevolare la produttività lavorativa in quanto contiene utili strumenti per il lavoro in team a distanza.  

Smart Working

Microsoft 365 ti consente di completare il lavoro su qualsiasi dispositivo, indipendentemente dalla tua posizione, sfruttando al meglio le tue giornate in smart working. Utilizzando applicazioni come OneDrive o la suite Office per dispositivi mobili, puoi archiviare e modificare documenti nel cloud. Poiché le applicazioni di Office 365 si sincronizzano tra i dispositivi, qualsiasi lavoro avviato su laptop potrà essere completato sul tablet. Inoltre, Microsoft garantisce un tempo di attività del 99,9%, quindi, puoi essere certo che il tuo duro lavoro sarà raramente interrotto. 

Sicurezza dati

I tuoi dati sono al sicuro con Microsoft 365. Utilizzando Microsoft Flow, puoi anche assicurarti che i dati vengano condivisi solo con i segmenti di pubblico necessari. Con Flow puoi configurare le impostazioni di prevenzione sulla perdita di dati e definire i criteri per la condivisione dei dati aziendali.

Oltre alla prevenzione della perdita di dati, inoltre, sono disponibili più livelli e metodi di crittografia, che si applicano sia ai dati inattivi che in transito. Ad esempio, ciò coprirebbe tutti gli elementi che sono stati caricati in una raccolta di SharePoint, nonché tutti i messaggi di posta elettronica che vengono consegnati. 

Un’altra funzionalità di sicurezza cruciale è la gestione dei dispositivi mobili (MDM) integrata, che diventa necessaria quando gli utenti devono eseguire il lavoro su dispositivi mobili e computer a casa. Con Microsoft 365 puoi configurare la sicurezza del dispositivo e cancellare da remoto i dispositivi in caso di smarrimento o furto per proteggere il tuo ambiente. 

AdobeStock 465748630 Perché dovresti migrare a Microsoft 365

Migrare a Microsoft 365

Sei pronto a trasformare il lavoro di squadra, potenziare i tuoi colleghi e ottimizzare le operazioni aziendali? La tua azienda dovrebbe prendere in considerazione la migrazione a Microsoft 365. 

Non sai da dove iniziare o stai semplicemente cercando maggiori informazioni? Contatta oggi stesso uno dei nostri esperti di migrazioni Microsoft 365.

Business Manager: lo strumento per il marketing di Facebook

Vorresti uno strumento capace di raccogliere tutte le attività di business che conduci sulla tua piattaforma? Ecco la soluzione: Business Manager.

Nel 2015 è arrivato in Italia lo strumento Business Manager, ciò significa che tutti quelli che avevano un account creato esclusivamente per gestire la pubblicità su Facebook, privo di informazioni, nome e foto profilo, sono stati obbligati ad aprirsi un Business Manager.

Si tratta di un tool professionale di Facebook Marketing, un gestionale, un ombrello sotto il quale sotto il quale vengono raccolte tutte le attività e entità per chiunque voglia utilizzare Facebook come uno strumento per il proprio business.

Questo strumento gestisce infatti: pagine, pixel, account pubblicitari, metodi di pagamento, account Instagram, persone, e molto altro ancora. Quindi, stiamo parlando di un grande “contenitore” in cui tutto viene raccolto e gestito al suo interno.

Di fronte a questa novità introdotta dal giovane Mark Zuckerberg, le aziende si trovano di fronte ad una “strada spianata” e ad un’organizzazione più semplice del loro lavoro; pensiamo a tutte le agenzie che dovevano gestire profili, pagine e account pubblicitari di diversi social network (come Facebook e Instagram) dal proprio account personale.

Oppure commentare, condividere, e agire a nome di terzi: Business Manager nasce per risolvere tutti questi problemi centralizzando tutte le attività che l’azienda deve gestire in unico ambiente.

A questo punto sorge spontanea la domanda: per chi è diventato fondamentale il Business Manager? Fino a qualche tempo lo strumento era consigliato a:

  • Agenzie che gestiscono più account pubblicitari e pagine;
  • Brand che gestiscono più account pubblicitari e pagine;
  • Brand che vendono online

In base a questa classificazione possiamo dedurre che le piccole aziende, come anche quelle più grandi e complesse, che avevano solamente una pagina da gestire, potevano benissimo evitare di implementare questo tool. Ma è anche scontato come, grazie a quest’ultimo, la gestione degli accessi e dei vari strumenti è più sicura, centralizzata e professionale.
Con il tempo poi è avvenuto un accentramento totale di tutti gli strumenti per fare marketing su Facebook all’interno del Business Manager.


Vantaggi e svantaggi di Business Manager

Da questo accentramento delle attività grazie al Business Manager, si sono ottenuti numerosi vantaggi per   le aziende che lo utilizzano; eccone alcuni dei più significativi:

  1. Possibilità di gestire tutti gli accessi da un’unica interfaccia;
  2. Possibilità di condividere video e pubblici personalizzati tra le pagine;
  3. Divisione delle attività professionali da quelle personali (questo significa avere la possibilità di poter aggiungere le aziende nella gestione delle attività ma anche la possibilità di aggiungere altre persone al proprio Business Manager attraverso l’email);
  4. Creare più account pubblicitari e pagine con semplicità.

Come tutti i cambiamenti, questi portano elementi positivi di innovazione e semplificazione ma anche la necessità di adattarsi a qualcosa di sconosciuto, che potrebbe anche portare con sé alcuni aspetti negativi. Infatti, possiamo parlare di alcuni svantaggi nell’utilizzo di Business Manager quando si conducono le diverse attività aziendali:

  1. I Bug, siccome siamo di fronte ad un elemento nuovo con il quale la piattaforma si deve confrontare;
  2. Il set-up iniziale, il quale risulta piuttosto noioso ma indispensabile. Questo strumento deve essere installato da un soggetto interno all’azienda e che continuerà ad avere un ruolo all’interno di essa;
  3. Impossibilità di rimuovere gli account pubblicitari in quanto, una volta aggiunti al Business Manager, non possono più essere rimossi;
  4. La lenta procedura per eliminare pagine aggiunte;
  5. Impossibilità di commentare le recensioni una volta aggiunto il Business Manager;
  6. L’usabilità: Business Manager non è così semplice e funzionale da utilizzare, occorre comprenderlo e studiarlo prima di iniziare ad utilizzarlo.

Nonostante gli elementi svantaggiosi, non è da escludere che questo elemento gestionale diventi assolutamente indispensabile per chiunque voglia gestire pagine e account Facebook; già alcuni utenti infatti iniziano a notare per gli account pubblicitari gestiti “personalmente” (creati da loro stessi o da altre persone direttamente) l’inclusione in un nuovo Business Manager che compare con il nome dell’azienda e del suo utente.

Tirando le somme da tutto questo, per chi lavora con Facebook e quindi parliamo di agenzie e professionisti, Business Manager è davvero fondamentale e fa la differenza tra chi fa questo mestiere in modo amatoriale e chi no. Infatti, il vero professionista che vuole fare Facebook Marketing seriamente non può farne a meno, in quanto è lo strumento professionale per richiedere accesso e gestire i vari asset del cliente.

Proprio per questo motivo, il consiglio è quello familiarizzare con il Business Manager così da conoscere i vantaggi che offre questo prezioso servizio.

Coronavirus: suggerimenti per i social media

Ti sei chiesto come sia giusto comportarsi sui social in una situazione di emergenza? Parlando del Coronavirus che sta colpendo il nostro Paese, pensi di essere d’aiuto con la tua attività mediatica? O c’è qualcosa che potresti migliorare o evitare?

Siamo nel mese di febbraio quando irrompe la notizia del primo caso di Coronavirus in Italia: il panico e le domande iniziano a presentarsi. Il riversarsi di notizie dei Tg, dei giornali e, soprattutto dei social media, è incontrollabile. Si parla di un contagio partito da Codogno, nella provincia di Lodi, che finirà per estendersi poi in tutta Italia con un numero di pazienti positivi al virus esponenziale. Fino ad arrivare a oggi, metà di marzo, con l’Italia dichiarata “zona rossa”. Tante sono le norme, le direttive, i consigli e le precauzioni prese dal governo per contenere il virus; tra le principali e più scontate: lavarsi spesso le mani, evitare i luoghi affollati, non toccarsi occhi e viso e rimanere il più possibile in casa. Ma, in questa prospettiva di emergenza, come si possono e devono comportare le aziende con le loro attività condotte sui Social media soprattutto per quanto riguarda la pubblicazione dei contenuti?

I vincoli imposti dal Governo italiano ci consigliano di ridurre la nostra vita sociale e sconvolgere i ritmi quotidiani rimanendo a casa, magari davanti alla tv e ai social media. A questo proposito, questi ultimi, giocano un ruolo importantissimo. Infatti, durante questo periodo di “quarantena” siamo chiamati a rivedere l’attività mediatica dei nostri canali.

Le attività e le aziende devono muoversi in questa direzione: avere un comportamento responsabile e rispettoso del momento che stiamo vivendo, evitando allarmismi e senza uscire del tutto dalla scena, ricordando di essere vicini ai consumatori e ai cittadini.

Per la prima volta, il nostro paese si sta confrontando con un cambiamento catastrofico in cui deve comunque saper gestire l’emergenza. È in questo scenario mutato che le aziende devono saper comunicare nel modo adeguato. A questo punto ci troviamo di fronte a un bivio: o restiamo tutti soli o ci diamo una mano a vicenda restando umani e facendo l’interesse della nostra attività economica; tenendo anche in considerazione la realtà sociale e l’importanza dell’educazione alla cittadinanza e alla salute del nostro Bel Paese.

Così, in questa situazione di allarme, dobbiamo entrare in una modalità straordinaria di comunicazione attraverso i media, rivedendo i nostri piani aziendali e cercando di capire quali siano le priorità del momento. Molto importante è anche il tono di voce che utilizziamo nei contenuti che scegliamo di pubblicare. In questa emergenza Coronavirus, quindi, come dobbiamo comportarci sui Social con la nostra attività?

1. Rielaborare il piano editoriale

Il primo elemento da valutare è proprio il piano editoriale, cioè il nostro programma pensato giornalmente, settimanale o mensilmente, per quanto riguardo la pubblicazione dei nostri contenuti. Certamente, dobbiamo continuare a essere presenti con la nostra attività per non essere dimenticati, ma occorre rivedere quei post o elementi che potrebbero essere fuori luoghi o inutili dato il momento che stiamo vivendo. Altra cosa utile è informare gli utenti su cambiamenti di orari, chiusure e precauzioni prese in questa fase di emergenza.La sicurezza prima di tutto, la gente apprezzerà!

2. Evitare l’ironia a tutti i costi

Siamo d’accordo sul fatto che ironizzare sia un modo per esorcizzare e combattere la paura ma, se esacerbata, potrebbe diventare di cattivo gusto e infastidire la sensibilità delle persone. Quindi, evitiamo i contenuti troppo ironici sulla questione, privilegiando consigli utili per sconfiggere il panico e gestire la situazione nel migliore dei modi.

3. Analizzare le campagne pubblicitarie attive

Occorre capire quali programmi e attività sia più utile continuare e quali mettere in pausa. Ovviamente, quelle attività che sono meno importanti e trascurabili al momenti possono passare in secondo piano, ancor di più se potrebbero andare a scontrarsi con il periodo e con le norme da seguire in questo momento di restrizioni.

4. Aiutare la nostra comunità

Pensiamo a cosa potremmo fare, attraverso i Social, con la nostra comunità! Possiamo infatti sensibilizzare la gente grazie anche alle nostre competenze e conoscenze, utilizzandole per suggerire e raccomandare i giusti comportamenti da seguire.

AdobeStock 197966237 Coronavirus: suggerimenti per i social media

Possiamo impiegare i nostri servizi e i nostri prodotti per fare del bene a tutti.
È importante quindi garantire attraverso i Social Media, la continuità delle nostre attività a patto che i contenuti siano rispettosi della situazione che stiamo vivendo. Dare vita a una serie di campagne di comunicazione mirate a supportare le proprie iniziative e il coinvolgimento di tutto il network aziendale (clienti, collaboratori e colleghi).

Utilizzando i Social in questo modo la nostra attività potrà sopravvivere a questa crisi che interessa tutti i settori e potrà anche essere d’aiuto e vetrina di buona condotta, affermandone l’immagine e la buona reputazione.
Quando tutto sarà finalmente terminato, potremo ricominciare con le attività che da sempre abbiano condotto nella normalità, ma con un qualcosa in più: di fronte alla crisi e ai cambiamenti della nostra società, chi si attrezza per tempo continua a vincere!

Guida alla gestione di un blog: i primi passi essenziali

Sei alle prime armi con la gestione di un blog tutto tuo e desideri raggiungere velocemente il pubblico? La cosa principale da fare è utilizzare le strategie SEO per l’ottimizzazione dei contenuti e buone capacità di scrittura, in questo modo potrai catturare l’attenzione degli utenti e dei motori di ricerca.

I siti Web in generale, e di conseguenza anche i blog personali, spesso utilizzano la metodologia SEO per posizionarsi tra i primi posti nei risultati delle ricerche di Google. Infatti, i gestori dei blog più conosciuti e di successo hanno sviluppato doti di scrittura e si sono adoperati per migliorare la prestazione dei loro contenuti utilizzando queste tecniche.

Di seguito proporremo alcuni degli elementi più importanti per la redazione di un articolo di successo da pubblicare sul tuo blog.

In merito a ciò, vedremo come seguire le principali linee guida SEO e come organizzare e ottimizzare i contenuti che raggiungeranno il tuo pubblico.

Iniziamo presentando 3 punti principali da tenere in considerazione per fare in modo che il blog venga indicizzato al meglio dai motori di ricerca.

AdobeStock 109012401 Guida alla gestione di un blog: i primi passi essenziali

1. Il Titolo

Si inizia con la scelta di un buon titolo: questo rappresenta l’elemento di attrazione principale per il lettore. Infatti, con un titolo accattivante, gli utenti lo vedranno per primo sulla SERP (pagina dei risultati dei motori di ricerca). Se, invece, non lo reputeranno abbastanza interessante allora non leggeranno sicuramente l’intero l’articolo.

Secondo le regole SEO occorre inserire quelle che sono le parole chiave nel titolo solamente se queste sono brevi, altrimenti si procederà ad indicarle nel contenuto dell’articolo. Le parole chiave, in inglese “keywords”, sono quelle frasi (costituite da una o più parole) cercate dagli utenti che usano i motori di ricerca per trovare quello che vogliono.

Il titolo non deve superare i 50-60 caratteri, occorre poi utilizzare nel titolo il nome del brand; inserendo anche possibili numeri. Per orientare maggiormente il lettore, nel titolo bisogna anche far riferimento alle parole chiave HOW? (=come), WHAT? (=cosa) e WHY? (=perché).

2. L’ Url

L’URL che sceglierai è un altro degli elementi significativi del tuo blog, per questo non deve essere mai fatto a caso: deve essere sensato e coerente con i contenuti che andrai a pubblicare. Inoltre è proprio nell’ URL che si consiglia di introdurre le tue parole chiave.

Un altro fattore da tenere in considerazione è la lunghezza dell’URL: deve essere tra le 3-5 parole.

3. La Meta Descrizione (Meta Tag Description)

Le meta tag description sono un altro elemento caratteristico da inserire nel tuo articolo: forniscono spiegazioni concise dei contenuti delle pagine web. Sono usate dai motori di ricerca nelle pagine dei risultati (SERP) per visualizzare delle anteprime di una determinata pagina e quindi del tuo blog.

Siccome occorre ragionare anche nell’ottica in cui gli utenti possano capire meglio di cosa tratterà l’articolo, una meta descrizione scritta nel modo giusto li aiuterà in questo, anche se non andrà ad incidere sul posizionamento nei motori di ricerca in alcun modo.

Anche le meta descrizioni devono sottostare ad alcune regole: devono rispettare il limita tra i 150-160 caratteri, anche loro, come l’URL, devono avere un certo significato e devono includere le parole chiave. Inoltre questi tag non devono essere ripetuti all’interno del testo.

Suddivisione del corpo del testo

Passiamo ora all’analisi del corpo del testo dell’articolo:

  • IL TESTO DEVE ESSERE STRUTTURATO IN TITOLI E PARAGRAFI

Il testo strutturato in paragrafi risulta molto più semplice da leggere e da seguire, soprattutto quando è piuttosto lungo e con molte informazioni. Questa suddivisione in paragrafi consente ai lettori di individuare le parti salienti.

Il testo presenterà quindi tale struttura: titolo del paragrafo (h1) con successivo testo relativo (ad h1), sottotitolo del paragrafo (h2) con testo relativo (ad h2) e così via fino alla conclusione.

  • PULSANTI DI CONDIVISIONE SOCIAL

L’aggiunta di pulsanti di condivisione sui social aiuteranno a rendere il tuo articolo, e di conseguenza anche il tuo blog, più visibile. Inoltre le condivisioni sui social del tuo articolo porteranno nuovi lettori, se un personaggio con molti followers lo apprezzerà.

  • LINK INTERNI

I link (o collegamenti interni) sono diversi dai pulsanti di condivisione social; se li aggiungerai al testo sulla pagina del tuo blog, aiuteranno i motori di ricerca a indicizzare il tuo sito Web e gli utenti a trovare altri contenuti pertinenti a ciò che stanno leggendo.

Il collegamento interno è uno degli elementi essenziali SEO nella pagina poiché ha una grande influenza sui motori di ricerca. Il crawler (il software che analizza i contenuti di una rete) così può visitare le pagine che potrebbero andare perse, creando un indice che permetta la ricerca e la visualizzazione di queste ultime.

  • CONDIVISIONE DI IMMAGINI E VIDEO

Inserire immagini e video nel proprio articolo è un ottimo modo per renderlo unico, soprattutto quando anche la concorrenza li utilizza.

Occorre però prestare attenzione ai formati delle immagini e dei video che vengono utilizzati poiché potrebbero rallentare il funzionamento del tuo sito; assicurati perciò di utilizzare i giusti formati.

Ti consigliamo di inserire anche un’immagine alla fine di ogni scorrimento della pagina; in questo modo l’utente avrà sempre un’immagine sulla pagina durante la lettura così da renderla più coinvolgente.

  • LUNGHEZZA DEL CONTENUTO

È provato come un articolo dal contenuto consistente e lungo aiuti a raggiungere posizioni più alte nelle classifiche dei risultati di ricerca di Google.

Tieni presente, però, che non esiste una lunghezza perfetta per i tuoi contenuti; tutto dipende da ciò che vuoi trasmettere con il tuo blog. Sicuramente, più argomenti vengono trattati, maggiore è l’interesse e l’attenzione dei lettori.

  • PAROLE CHIAVE NEL CONTENUTO

Ritorniamo alla questione delle parole chiave: all’interno del tuo articolo va inserito un certo numero di parole chiave tra le prime 100-150 parole. Infine, occorre arricchire il testo con altre parole chiave che si colleghino a quelle precedenti così da richiamare i punti fondamentali dell’argomento.

AdobeStock 358648151 Guida alla gestione di un blog: i primi passi essenziali

In conclusione, si può notare come Google, negli ultimi anni, si stia muovendo a favore di quei contenuti unici ed interessanti, offrendo loro un posizionamento migliore nei risultati di ricerca.

Ecco un breve riferimento alla storia di Google risalente a vent’anni fa: i collaboratori dell’azienda hanno da sempre dato per scontata la migliore efficienza degli algoritmi Google rispetto al lavoro condotto dagli essere umani. Tali algoritmi sono stati definiti totalmente oggettivi, anche se molte ricerche hanno dimostrato come Google nel corso del tempo abbia messo mano ai risultati delle ricerche sul Web.

Da quanto emerso, però, si nota quanto anche gli utenti siano fondamentali nel determinare una buona posizione dei blog e dei siti Web (e rispettivi articoli) nella SERP: questi ultimi decidono quali contenuti meritano una posizione più elevata rispetto ad altri.

Inoltre, è evidente come alcuni problemi SEO sulla pagina non hanno alcun impatto sulle classifiche, mentre alcuni problemi riguardanti la scrittura e i contenuti e che non hanno nulla a che vedere con la SEO possono invece avere un impatto enorme sulla visualizzazione al sito.

Riassumendo, durante la creazione di un blog e in particolare degli articoli che andrai ad aggiungere, pensa bene a quali di questi elementi sono indispensabili perché il tuo articolo possa godere di una buona posizione in classifica tra i risultati dei motori di ricerca. In questo modo il tuo blog godrà di una buona visibilità, nonché di un grande successo tra il pubblico!